La tecnologia per adsorbimento ad idrossidi di ferro granulato costituisce ad oggi la migliore tecnologia di rimozione dell’arsenico dalle acque potabili, con i migliori parametri di efficienza. Questa può essere considerata la migliore tecnologia in quanto è l’unica che non necessita dell’ossidazione dell’arsenico prima di procedere alla sua estrazione e quindi funziona sia per l’arsenico pentossido (As(V),  portatore di una carica elettrica che ne facilita l’eliminazione) che per quello triossido (As(III), elettricamente neutrale). Nel processo di estrazione con idrossido di ferro granulato sia As(III) che As(V) vengono assorbiti dall’idrossido di ferro granulato che si trova in un filtro di speciale costruzione che viene attraversato dall’acqua da trattare. Il materiale filtrante mantiene anche per lunghi periodi di esercizio una buona porosità, data dal fatto che la granulometria è molto omogenea (tra 0.2 e 2.0 mm) ed ha un’alta microporosità, e quindi una buona capacità a trattenere l’arsenico.  L’estrazione con idrossido di ferro granulato è un’ottima tecnica con bassi costi di investimento e di manutenzione, e pure con un alto grado di affidabilità. Per questa ragione ha sempre più importanza e applicazione in particolare in Gran Bretagna e Germania in ambito europeo oltre agli Stati Uniti.

Alla tecnica dell’adsorbimento è conveniente, affinché  si contengano i costi energetici, affiancare la miscelazione; una soluzione che non estrae l’arsenico dalle acque, ma ne riduce la concentrazione grazie alla miscelazione di acque povere in arsenico con acque con un contenuto di arsenico oltre la soglia consentita, in modo tale da riportarne la quantità al di sotto delle norme internazionali (es: di una data quantità d’acqua ne viene purificata (per adsorbimento) un terzo e viene miscelata con la parte restante in modo tale che la concentrazione si riduca). La combinazione della tecnica dell’adsorbimento e della miscelazione garantisce il rispetto dei valori minimi imposti dalla normativa mantenendo contenuti i costi energetici.
Per quanto riguarda la rimozione dei metalli o altri elementi tossici dalle acque potabili la migliore tecnologia risulta essere la membrana osmotica. Tale processo rappresenta la più fine tecnica di filtrazione dell’acqua. Il processo avviene attraverso l’utilizzo delle membrane composte da sottili pellicole (TFM o TFC5) generalmente fatte in poliammide 6 (permeabile ad H2O e impermeabile alle impurità disciolte). Gli impianti a membrana osmotica funzionano ad Osmosi inversa; si tratta di un processo per cui si forza il passaggio di molecole di solvente dalla soluzione più concentrata a quella meno concentrata. Affinché l’osmosi inversa abbia luogo è necessario applicare una pressione maggiore della pressione osmotica. La pressione osmotica è maggiore nei sistemi ad osmosi inversa rispetto a quella data da altri processi a membrana, a causa della concentrazione di sali sul lato di alimentazione della membrana; la maggior parte dell’ acqua di alimentazione passa attraverso la membrana, mentre la restante parte insieme ai sali respinti viene scaricata (varia tra il 10% e il 50 % in base alla quantità dell’acqua affluente e alle proprietà della membrana).